“Delegare non significa lasciare che siano altri a occuparsi delle tue incombenze da imprenditore: avere sempre una visione d’insieme sull’andamento delle tue attività è, e rimarrà sempre, un tuo dovere.”
Mi piace definirmi un “Imprenditore Seriale”.
Ho sempre creduto che differenziare non sia solo il modo più sicuro di fare business, ma anche il più divertente: poche cose nella vita riescono a coinvolgermi ed emozionarmi come individuare, aprire e far decollare una nuova attività, magari in un settore che non avevo mai affrontato prima.
Quando le cose cominciano ad andar bene sistematizzo, avvalendomi del potere, e dovere, più prezioso a disposizione di un imprenditore, l’arte di delegare, cercando di rendermi il più possibile “inutile” all’interno della mia azienda.
Negli anni ho imparato che delegare dà la possibilità di avere il tempo e la testa da dedicare alle attività di crescita e di sviluppo dei propri business, nonché alla propria formazione personale, ma che per farlo è indispensabile munirsi di strumenti che permettano di tenere sotto controllo tutte le proprie attività.
Fino a qualche anno, e a qualche attività fa, ero sempre sommerso da report, grafici, fogli di calcolo e documenti che i direttori delle mie aziende compilavano scrupolosamente e mi consegnavano alla fine del mese. Farmi un’idea precisa dell’andamento di ogni attività era diventato per me molto difficile, quasi impossibile. Nonostante tutti quei report, avevo molta difficoltà a tirare le somme sull’andamento e sui reali guadagni che ogni attività produceva, se non a fine anno, quando potevo finalmente tirare le somme, sottraendo il totale delle spese sostenute dal totale delle entrate complessive. Ma se mi rendevo conto che un guadagno effettivo non c’era stato, oltre a essere oramai troppo tardi, era anche molto difficile individuarne il vero motivo.
Conoscere i reali guadagni di ogni attività solo a fine anno, infine, mi lasciava nel limbo per mesi: quanto avrei potuto prelevare dalle casse per il mio compenso senza rischiare di non riuscire a coprire le spese? Quanto potevo investire su una nuova risorsa, attrezzatura, prodotto o servizio senza compromettere l’equilibrio finanziario dei mesi successivi? Quanti utili avrei ottenuto a fine anno? Non lo sapevo, non potevo saperlo.
Nel 2010 ho deciso che le cose non potevano continuare così, che era ora di cambiare, di crescere. Desideravo, pretendevo, di avere un quadro il più possibile preciso, un controllo di gestione e soprattutto di liquidità di ogni mia attività. Dovevo solo trovare un sistema di controllo efficace che mi permettesse di inquadrare con chiarezza il mio obiettivo (in particolare l’utile di fine anno) in modo preventivo, per poi tracciare una mappa da seguire per raggiungerlo.
Un sistema per stabilire in qualsiasi momento, con una certa oggettività e precisione, quale sarebbe stato il guadagno e la liquidità delle mie attività nei mesi successivi. Un sistema che, mettendo già in preventivo le uscite di tutto l’anno, mi permettesse di rispondere positivamente e senza preoccupazioni a tutte le esigenze di denaro, previste e impreviste. Quel sistema l’ho trovato, il suo nome è “Il Cruscotto dell’imprenditore”.
Perché in fondo il Cruscotto dell’imprenditore è un po’ come il cruscotto della mia auto, uno strumento che ho sempre sott’occhio e che mi aiuta a tenere tutto sotto controllo attraverso il contachilometri, il contagiri, il manometro per la temperatura dell’acqua, il livello del carburante ecc.
Grazie al Cruscotto dell’imprenditore posso monitorare costantemente che tutto funzioni bene e, se si verifica qualche anomalia, me ne accorgo in tempo e ho la possibilità di valutarla (ed eventualmente di sistemarla) prima che l’auto si danneggi.
Il mio Cruscotto aziendale è in realtà un sistema più semplice di quanto potrebbe sembrare. Così semplice che quando l’ho ideato pensavo di aver scoperto l’acqua calda. Eppure in più di una circostanza l’ho mostrato e condiviso con altri imprenditori che, dimostrando un certo stupore ed entusiasmo, hanno trovato questo mio metodo estremamente interessante ed efficace.
Per idearlo ho preso spunto dai Barattoli di T. Harv Eker e dalla Ruota della vita di Anthony Robbins: non ha le fattezze della classica tabella suddivisa in Entrate e Uscite, ma quelle di una ruota divisa in spicchi.
A ogni spicchio è dedicato un macro capitolo di spesa: utile, in primis, seguito da materie prime, risorse umane, marketing, strutture, utenze, materiali di consumo, trasporti, consulenze, banche e tasse.
Ogni macro capitolo è suddiviso in micro capitoli. Ad esempio, nel capitolo “strutture” troviamo: affitto, condominio, TARI, IMU, arredi, manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, ecc.
La prima cosa che faccio, a inizio anno, è stabilire quanto penso oggettivamente di poter incassare nei 12 mesi successivi. Se lo sto facendo per una nuova attività naturalmente il calcolo è più approssimativo, ma se si tratta di un’attività con uno storico è tutto più semplice.
Se, per ipotesi, decido di voler guadagnare il 10% delle entrate, a questo punto so che tutti gli altri capitoli di spesa dovranno rappresentare al massimo, il 90% delle uscite. Questo non significa però che dovrò tagliare le spese, ma solo che devo ottimizzarle. Il Cruscotto dell’imprenditore serve proprio a ripartire a priori la suddivisione dei capitoli di spesa, e a rispettarli nel corso del tempo. Ecco perché chiedo a ogni mio responsabile di funzione un report serale con i dati giornalieri, che successivamente vengono inviati all’ufficio amministrativo ed inseriti in un gestionale (o anche in un semplice foglio Excel) divisi per vari capitoli di spesa.
Questo genera delle percentuali che io, insieme al responsabile amministrativo, monitoriamo quotidianamente per poi entrare nel dettaglio ogni tre mesi al fine di verificare se stiamo seguendo la tabella di marcia che mi sono prefissato a inizio anno. Se qualcosa esce al di fuori della percentuale stabilita ci allertiamo, chiedendoci se la variazione è giustificata da una scelta consapevole o se qualcosa sta andando storto e va raddrizzato. In quest’ultimo caso, dopo aver individuato la causa, segniamo in agenda una seconda verifica per il mese successivo al fine di capire se il bug sia stato risolto o meno.
Grazie al mio Cruscotto dell’imprenditore, per esempio, l’anno scorso ci siamo accorti che in una delle mie attività a Roma era stata superata la percentuale relativa ai materiali di consumo.
Analizzando nel dettaglio tutte le abitudini dei miei collaboratori e i costi dei fornitori, ci siamo resi conto che il fornitore delle shopper ci vendeva dei pacchi con 300 sacchetti allo stesso prezzo dei 500 concordati. I ragazzi non se ne accorgevano perché prendevano una shopper alla volta dalla scatola man mano che i clienti le richiedevano e, senza saperlo, continuavamo a pagare 200 shopper in più a ogni rifornimento.
Oggi creo un Cruscotto per ogni mia nuova attività, e con questa consapevolezza in testa e più tempo libero a disposizione, mi godo solo il bello della mia vita da imprenditore seriale. È indispensabile per un imprenditore definire correttamente i propri obiettivi, sistematizzare le proprie aziende e delegare in modo consapevole.
Delegare non significa lasciare che siano altri a occuparsi delle proprie incombenze da imprenditore: avere sempre una visione d’insieme sull’andamento delle attività è, e rimarrà sempre un nostro dovere.
Feliciano Lorenzo Di Giovambattista è attualmente Direttore Generale della Felcar Holding, la holding di famiglia, che conta ben tredici società partecipate, diversificate tra loro e circa 12 milioni di volume d’affari. Oggi si dedica alla pianificazione e alla strategia ed è costantemente alla ricerca di nuovi business da sviluppare.
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