In questi anni di intenso lavoro ho sempre affiancato la formazione alla carriera per scoprire presto che è semplicemente impossibile smettere di imparare.
La curiosità che da bambino mi spingeva alle imprese più improbabili mi ha sempre accompagnato anche nella scelta delle letture e degli autori che, in qualche modo, hanno contribuito pian piano a cambiare la mia vita.
Ero poco più di un ragazzo quando un giorno, in visita a un vecchio amico, notai nella sua libreria un libro che mi incuriosì subito: I Quadranti del Cashflow, di Robert Kiyosaki.
Vista la mia curiosità e sapendo delle mie peripezie e dei miei primi successi, il mio amico mi consigliò vivamente di leggerlo e me lo regalò. Quel libro cambiò la mia vita.
A tratti sembrava che Kiyosaki, nei Quadranti del Cashflow, parlasse proprio a me e non ringraziai mai abbastanza il mio amico per avermelo fatto leggere.
Il Cashflow è un concetto straordinariamente ampio che nella sua rappresentazione reale o astratta ha così tanti campi di applicazione che sarebbe impossibile valutarli tutti.
Robert Kiyosaki nel suo libro evidenzia un particolare interessante e cioè che molto spesso la mancanza dei soldi non deriva tanto da una cattiva attitudine alla gestione finanziaria, quanto piuttosto da un’errata educazione che viene tramandata di generazione in generazione. Nel libro I Quadranti del Cashflow, che consiglio vivamente a tutti coloro che vogliono cambiare la propria vita, Kiyosaki non espone un meccanismo economico finanziario bensì sintetizza sorprendentemente l’essenza della natura umana.
L’inadeguatezza nella gestione delle proprie finanze viene messa in relazione non tanto con la scarsa conoscenza dei meccanismi finanziari, quanto piuttosto con una predisposizione naturale verso il timore e la paura che predominano sulla logica, non consentendo ad ognuno di noi un approccio lucido alla logica finanziaria.
I Quadranti del Cashflow sono in effetti delle chiavi di lettura con le quali è possibile interpretare l’imprinting che abbiamo ricevuto fin dalla nascita e l’atteggiamento che abbiamo relativamente alla sicurezza nonché sul rapporto che abbiamo nei confronti del denaro e sulla nostra psicologia economico-finanziaria.
Nei Quadranti del Cashflow Kiyosaki divide le persone che lavorano in quattro grandi categorie: i Dipendenti, cioè quelli che guadagnano lavorando per un’azienda; i Lavoratori Autonomi, quindi chi lavora in proprio; i Titolari d’Impresa, cioè chi possiede un’azienda, e infine gli Investitori che guadagnano grazie ai loro investimenti.
I Dipendenti sono coloro che eseguono il lavoro operativo, cioè tutti coloro che scambiano il proprio tempo e le loro competenze per denaro: la società ne ha bisogno, sono fondamentali. I lavoratori autonomi solitamente sono liberi professionisti o persone che lavorano nella loro azienda. Hanno un tenore di vita migliore rispetto ai dipendenti ma è anche vero che devono sostenere più spese e hanno più tasse da pagare. Purtroppo per quanto possano guadagnare hanno il limite del tempo. Considerato che l’attività che svolgono è dipendente dalla loro persona e dal loro tempo, essendo quest’ultimo una risorsa limitata, non potranno mai ambire a guadagnare più di una determinata cifra.
Kiyosaki mette questi due gruppi nei quadranti di sinistra del cosiddetto Cashflow, in pratica il flusso di cassa. È l’area in cui c’è uno stretto legame tra tempo e denaro. Nei due quadranti di destra invece ci sono le categorie che potenzialmente non hanno limiti di arricchimento. Ci sono i Titolari d’Impresa, cioè gli imprenditori che non hanno mansioni operative nella loro attività e quindi possono usare il loro tempo per fare strategia e controllo. Sono quelli che, delegando il lavoro pratico, hanno un reddito che si genera anche senza bisogno della loro presenza costante.
Nell’ultimo quadrante troviamo gli Investitori. L’autore chiama questo quadrante “Il parco giochi dei ricchi”, perché qui c’è chi non lavora più per i soldi, dato che sono i soldi a lavorare per lui. Soldi che generano altri soldi in piena autonomia. L’aspetto in comune dei quadranti di destra è la creazione di attività e rendite per i quadranti di sinistra. Uno schema apparentemente semplice che spiega in modo sorprendentemente chiaro come la società e l’ambiente in cui viviamo possono condizionare la visione di noi stessi, delle nostre possibilità e degli obiettivi che possiamo raggiungere.
La libertà finanziaria è un sogno che molti non riescono a raggiungere a causa dell’errata educazione finanziaria ricevuta spesso dalla famiglia, dalla scuola, dalla religione, insomma dal contesto sociale nel quale siamo vissuti. Eppure è possibile modificare e programmare noi stessi per raggiungere determinati obiettivi. Nel mio libro “Da dipendente a imprenditore” dedico un capitolo alla programmazione contestuale e a come, sulla base di una teoria che ho sviluppato e maturato nel tempo, sia possibile programmare sé stessi o gli altri al raggiungimento del successo. Con la determinazione, l’esperienza, i migliori strumenti di gestione e controllo e imparando a delegare correttamente è possibile raggiungere i propri obiettivi.
Se ognuno di noi dovesse percorrere ogni singolo quadrante raggiungerebbe in modo più semplice e soddisfacente un sogno che, a causa dell’educazione errata di cui abbiamo parlato precedentemente, non risulta per niente semplice: la libertà economica.
Come recita il passaggio del libro di Kiyosaki che ha cambiato la mia vita:
“Ricorda sempre quello che ti eri proposto di fare, e il viaggio sarà facile. Comincia a preoccuparti e le tue paure ti divoreranno l’anima. La passione costruisce imperi. La paura, no!”
Feliciano Lorenzo Di Giovambattista è attualmente Direttore Generale della Felcar Holding, la holding di famiglia, che conta ben tredici società partecipate, diversificate tra loro e circa 12 milioni di volume d’affari. Oggi si dedica alla pianificazione e alla strategia ed è costantemente alla ricerca di nuovi business da sviluppare.
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